Fase 3: Una rivoluzione culturale per convivere con virus e batteri

Alessandro Sonego: «La pandemia ha rivoluzionato il nostro modo di vivere introducendo una nuova cultura della sanificazione»

SAN QUIRINO - Se da un lato l’effetto collaterale più evidente della pandemia dovuta al nuovo coronavirus è lo smaltimento di milioni di dispositivi monouso di protezione individuale, l’effetto su larga scala è una profonda rivoluzione culturale, sociale e comportamentale, l’avvento (necessario e obbligato) di una nuova cultura di sanificazione e una nuova attenzione alle condizioni igieniche dell’individuo in casa, al lavoro e nel tempo libero. Una risposta arriva dalla Mit srl, azienda friulana (di San Quirino, in provincia di Pordenone) che sta brevettando un nuovo tipo di dispositivo, un oggetto che nella propria semplicità fino ad ora non era percepito come necessario. Si tratta dei “bio inertizzatori”, dispositivi che servono a sanificare rifiuti potenzialmente contaminati da microrganismi (non solo il coronavirus, ogni tipo di battere o virus) rendendo inerte la materia organica che si trova sulle superfici, per poi procedere allo smaltimento in sicurezza. Si tratta di fatto di un contenitore di immondizia “ingegneristicamente evoluto”, adatto a ogni contesto (industriale ma anche civile). Rispondere a questa esigenza impone anche di realizzare processi in ottica del contenimento dei consumi energetici e al contempo della sostenibilità ambientale. I rifiuti (che possono essere monouso mascherine, sovrascarpe, camici in tnt, così come ogni genere di rifiuto, plastica, metallo, persino organico) vengono sanificati attraverso radiazione ultravioletta germicida (UV-C) e ozono direttamente all'interno del contenitore in cui vengono gettati. I due processi di sanificazione rendono l’ambiente inadatto alla proliferazione di muffe, virus, batteri. Perciò ogni prodotto in tnt o in plastica viene sanificato prima di essere smaltito tradizionalmente. Un passaggio che potrebbe diventare “salva-vita” per l’ambiente se si considerano le stime sull’uso delle mascherine e sulla produzione di plastica (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale un consumo quotidiano di 35-40 milioni di mascherine).

Con o senza Sars-Cov-2, con o senza Covid-19, «non possiamo prescindere il fatto che il nostro modo di vivere, di agire, di operare, è profondamente cambiato. Abbiamo messo il know-how acquisito in oltre vent’anni di innovazione applicata a servizio di questo cambiamento, per dare una soluzione molto concreta a un’esigenza quotidiana» spiega Alessandro Sonego, ingegnere e fondatore della Mit srl, azienda che fa parte della rete Microglass Group, un laboratorio di ricerca e sviluppo certificato Miur che studia come adattare i sistemi di elettrotermia (microonde, ultravioletti, infrarossi) a qualsiasi processo richieda una trasformazione termica, dal settore alimentare a quello farmaceutico. «La nostra forza, è mettere in rete aziende eccellenti, unendo la nostra forza inventiva alla loro forza produttiva e industriale, e viceversa» così Sonego presenta la rete Microglass. Con questa nuova linea di studio e innovazione «si inaugura una nuova cultura di gestione e di vta, che richiede un altro orientamento nella gestione degli spazi comuni» prosegue Alessandro Sonego. Fenomeni che riguardano il singolo cittadino ma anche le grandi strutture: sia essa un’azienda, o un luogo di comunità come una palestra, una scuola, o un’attività di servizi come un centro estetico.

KOSMOS, CARONTE E PALLET CLEANER
I primi Bio inertizzatori sono Kosmos e Caronte, destinati all’uso civile, industriale, luoghi di comunità (scuole, ospedali, impianti sportivi, aziende, cantieri) con dimensioni contenute poco più grandi di un contenitore per rifiuti. La sanificazione vale non solo per gli oggetti giù utilizzati, ma ancora di più per le merci che entrano nei siti produttivi. Perciò Pallet Cleaner è una cabina per la pulizia, disinfezione e sanificazione di merci direttamente sui bancali prima di venire introdotti nel magazzino, un dispositivo nato dall’urgenza e che avrebbe potuto prevenire l’introduzione in Europa della cimice asiatica, arrivata nel continente attraverso le merci.

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Valentina Silvestrini – 338.4010645 – vsilvestrini@gmail.com